Canti d’amore autunnali. Il bramito del cervo
È un fine settimana di inizio ottobre e state camminando lungo un comodo sentiero di media montagna. Il tramonto, con la sua tiepida luce, è il momento migliore, in questi giorni, per ammirare lo spettacolo cromatico offerto dalle foreste alpine in abito autunnale. Un’immersione totale; restarne ipnotizzati è questione di un attimo. Nulla può distogliere la vostra attenzione da questi scenari, oppure sì? A un tratto, uno strano muggito proveniente dal bosco, ripetuto più volte, rompe il silenzio. Dopo pochi secondi ne avvertite un altro, dalla parte opposta. No, non state ascoltando i richiami di bovini al pascolo. Siete privilegiati spettatori di un’avvincente sfida vocale, a colpi di bramito, fra due cervi maschi adulti in pieno periodo degli amori.
A cavallo fra i mesi di settembre e ottobre, infatti, il Re dei nostri boschi mette in scena il suo millenario e affascinante rituale finalizzato alla riproduzione. Le foreste si animano, e la quotidiana sinfonia che contraddistingue questi ambienti per tutto il resto dell’anno viene alterata dai peculiari richiami emessi dai maschi adulti di cervo. Rauchi muggiti, ripetuti più volte e in sequenza, riecheggiano nel cuore delle valli alpine per gran parte delle giornate, con particolare frequenza dalle fasi precedenti al tramonto a quelle immediatamente successive all’alba.
Un cervo maschio adulto esce dal bosco ed emette un forte bramito. Nelle vicinanze gli altri maschi contendenti sono in ascolto e pronti a rispondere al richiamo. Alpi Carniche, Italia. Marco Franchi, 2022.
Il cervo, specie gregaria, forma gruppi di numero variabile con individui prevalentemente appartenenti allo stesso sesso. Il numero dei componenti di ciascun branco si modifica durante tutto il corso dell’anno, principalmente a causa delle diverse caratteristiche dell’ambiente frequentato dagli animali, ma anche in ragione dalla densità di popolazione presente nell’area specifica. I gruppi di femmine, che contano anche i nuovi nati, al seguito delle madri fino al secondo anno di età, vivono per gran parte dell’anno separati dai branchi di maschi, formati da esemplari di giovane età. I maschi adulti, invece, col crescere dell’età e dello sviluppo corporeo, tendono a isolarsi, vivendo separati, singolarmente.
Dalla seconda metà del mese di settembre, però, qualcosa cambia nei loro comportamenti: ha inizio la stagione riproduttiva. I singoli maschi, per la prima volta in tutto l’anno, si avvicinano alle zone abitate dai gruppi di femmine, fino a occupare, impossessandosene, le cosiddette arene dell’amore. In queste aree, ampie ed esposte praterie ai limiti dei boschi, dove avverranno gli accoppiamenti, i maschi più vigorosi e in salute tenderanno a formare i propri harem di femmine, composti anche da una dozzina di esemplari.
Tutto così semplice? Non proprio. Il possesso delle femmine, finalizzato alla riproduzione, mette i maschi a dura prova per tutta la stagione degli amori. Gli individui dominanti, in pieno vigore fisico, dovranno non solo far valere il proprio status gerarchico nei confronti degli altri maschi, ma anche difendere strenuamente, senza distrazioni, il proprio harem dai continui tentativi di irruzione dei pretendenti. Come? Tramite emozionanti sfide vocali. Il bramito, infatti, emesso in direzione dei rivali presenti nei dintorni, permette ai maschi di comprendere il reciproco potenziale. L’intensità dei muggiti, e la loro frequenza, definiscono la condizione fisica dei vari individui, finendo per determinare, a distanza, la loro gerarchia in previsione degli accoppiamenti.
Tuttavia, ciò potrebbe non bastare. Talvolta, infatti, i bramiti lanciati dal maschio dominante possono risultare inefficaci, non sufficienti per intimidire gli avversari. Situazione che si presenta nel caso in cui i due pretendenti si reputino di pari livello. In questi particolari casi, non frequenti, se il bramito non mette in guardia gli sfidanti, non c’è altro da fare che passare alle maniere forti. L’avversario si palesa, senza più alcun timore, all’interno del campo dell’amore, pronto a spodestarne del possesso il maschio detentore. I due si muovono uno di fronte all’altro, a testa alta; si osservano, mostrandosi in tutta la loro maestosa vigoria. Se anche la reciproca esibizione del loro status fisico non dovesse scoraggiare uno dei due, si passa allo scontro. I combattimenti sono molto rari, e di drammatica veemenza e bellezza. L’adrenalina avvolge l’arena dell’amore, che si trasforma, per alcuni minuti, in Colosseo. Mentre le femmine osservano, pacifiche e a distanza, in attesa di sapere chi sarà il vincitore, i due pretendenti manifestano tutta la loro forza scontrandosi violentemente, incrociando i palchi, nell’attesa e speranza che il proprio avversario riconosca la sua inferiorità. L’esito non è mai certo, e nel caso il concorrente dovesse avere la meglio, il maschio possessore dell’harem viene costretto alla fuga, riconoscendo al pretendente la vittoria e finendo per regredire nelle gerarchie fra maschi.
Un giovane maschio esce allo scoperto, affacciandosi sul campo degli amori, già occupato da un altro maschio col suo intero harem. I più giovani, non ancora nel loro pieno vigore fisico, hanno poche possibilità di scalare la gerarchia fra maschi e, pertanto, accoppiarsi. Dovranno attendere la stagione degli amori successiva. Sarà il suo caso? Alpi Carniche, Italia. Marco Franchi, 2021.
Difendere il proprio harem dai tentativi dei contendenti è un’opera estenuante per i maschi all’apice della gerarchia. Perciò, fra un bramito e l’altro, qualche istante di riposo è imperativo per ripristinare le energie. Api Carniche, Italia. Marco Franchi, 2021.
La fase più accesa della stagione degli amori, definite le gerarchie, formati gli harem e avvenuti gli accoppiamenti, giunge quindi al termine. Siamo ormai a metà ottobre e i maschi, debilitati ed esausti a causa di settimane di incessante attività, finiscono per perdere, in questa breve fase dell’anno, anche il 30% del loro peso corporeo. Terminati gli accoppiamenti, gli harem si sciolgono. Maschi e femmine si separano nuovamente, dividendosi, e si dirigono verso i rispettivi quartieri di svernamento. I bramiti, che hanno acceso il bosco insieme ai colori autunnali, accompagnando la metamorfosi cromatica della vegetazione alpina per quasi un mese, cessano improvvisamente. I solisti delle foreste d’autunno terminano lo spettacolo; la sinfonia torna armoniosa, tenue, come a inizio settembre. Sì, in quella passeggiata di inizio ottobre vi trovavate proprio qui, nel mezzo di una disputa fra sovrani del bosco. È durato tutto troppo poco? Niente paura, e solo un po’ di pazienza. Si ripete fra un anno. Prenotate i biglietti e tenetevi pronti: il meraviglioso ciclo della Natura vi delizierà nuovamente del suo straordinario spettacolo.